martedì 2 giugno 2009

I corridori hanno saputo rendere entusiasmante anche questo Giro


(di Alessandro Cortinovis) Devo dire che alla fine è stato un bel Giro, non tanto per il percorso quanto per i corridori che hanno saputo entusiasmarlo, da Di Luca, a Basso, a Pellizotti... E poi fino agli ultimi minuti di gara il Giro ci ha tenuti col fiato sospeso, pensiamo alla caduta di Denis Menchov durante la crono conclusiva, che avrebbe potuto cambiare il podio. Ma come dice Di Luca, prendere la maglia rosa per una caduta non sarebbe stata una bella vittoria. A mio parere il finale dovrebbe essere sempre a Roma. Pedalare lungo le strade di Roma ed essere premiati davanti al Colosseo ha un fascino senza pari. Peccato per il maltempo: la cronometro è una prova tecnica che la pioggia ha reso ancora più difficile e rischiosa. Chiudere il Giro con una prova contro il tempo per i corridori non è il massimo, sarebbe stata meglio una tappa normale.

I fischi, il tifo forte a Di Luca, le persone che gioiscono per la malasorte dell'avversario, a noi sembrano cose strane perché non siamo un popolo nazionalista, ma all'estero, nell'ambito ciclistico, queste cose succedono normalmente.

Gli attacchi di Ivan Basso hanno reso il Giro più spettacolare. Ivan è rinato e si è riconfermato, si è dimostrato sempre all'altezza. È una persona seria, non è facile senza ritmo nelle gambe arrivare quinto in un grande giro, questo sta a dimostrare che ha un gran motore. Franco Pellizotti in quest'ultima settimana è andato forte, la sua forma è andata in crescendo, ha tirato fuori il meglio di sé facendo piacere ai suoi tifosi. Stefano Garzelli è stata una sorpresa, essendo quasi un veterano del gruppo. Ha dimostrato di poter essere ancora lì a lottare per vincere. Di Francesco Masciarelli parlavano bene già nelle categorie giovanili, tra i fratelli si è sempre detto che lui era il talento più grande, speriamo non sia solo una comparsa ma si metta in luce anche nei prossimi anni. Lance Armstrong ha fatto quello che da lui ci si aspettava. Il Giro d'Italia gli è servito per carburare e ce lo troveremo a luglio. Io per il Tour avrei paura di lui... L'ho visto migliorare settimana dopo settimana. E senza la brutta caduta sarebbe arrivato molto più avanti. Damiano Cunego è stata un po' una delusione, ha preso ogni giorno una batosta e non si mai rialzato. Mi dispiace per lui perché è una persona seria e corretta. Non riesco a capire se sia un problema a livello psicologico o un periodo difficile di non forma. D'altronde per i ciclisti le annate sono come quelle del vino, buone o meno buone. Per Marzio Bruseghin e gli altri uomini della Lampre non è una buona annata. Quando comincia ad andare storto qualcosa poi ci sono sempre difficoltà.

Per quanto riguarda i bergamaschi, Marco Pinotti si è fatto vedere anche nella penultima tappa con una bella azione nel finale, il suo è un Giro positivo, ha dimostrato di essere all'altezza all'interno di una squadra eccezionale. Sono molto felice per lui. Alessandro Vanotti ha svolto il solito lavoro di gregariato, difficile e faticoso. Morris Possoni mi ha un po' deluso, non si è riconfermato, e ciò è certamente dovuto anche al fatto che ha dovuto tirare per i compagni. Il Giro di Diego Caccia è positivo, è un segnale importante riuscire a finire il primo Giro d'Italia: chi riesce nell'impresa non è uno qualunque. Inoltre gli sarà servito moltissimo per fare esperienza.

Questo Giro l'ho seguito con piacere nonostante gli impegni di lavoro, però cerco sempre di non re-innamorarmi troppo, altrimenti sarebbe solo una sofferenza. So che il tempo cancellerà la malinconia, ma il Giro è sempre il Giro. All'Almenno Impresa Rota Nodari, squadra juniores di cui sono direttore sportivo, mi trovo davvero bene con tutti, anche con i ragazzi, che mi danno soddisfazioni perché si impegnano sempre, in allenamento e in gara. Se tra i prof è un ruolo meno influente, nelle categorie giovanili il direttore sportivo fa un po' di tutto, non è solo quello che li porta a correre la domenica.


(a cura di E.B.)

Nessun commento: