lunedì 18 maggio 2009

RCS, i corridori e il dialogo che non c'è

(di Beppe Guerini) La tappa di Bergamo mi è piaciuta ancor più di quanto mi aspettassi, con il bell'attacco sul Colle Gallo di corridori di spessore e il grintoso recupero della maglia rosa, insomma, una tappa assai movimentata. Io purtroppo sono rimasto a casa malato e la gara me la sono vista in televisione. Essendo rimasto costantemente in contatto con Promoeventi, il presidente Bettineschi e gli altri, posso dire che li ho sentiti tutti soddisfatti e contenti, sia per lo spettacolo della tappa sia per la folla presente sul percorso.

Pedro Horrillo Muñoz lo conosco di persona, abbiamo più o meno la stessa età, abbiamo corso insieme in molte occasioni e parlavamo spesso. Era un amico, come può esserlo una persona con cui corri insieme per anni e con cui vai d'accordo. È una persona molto colta e a modo, è laureato, faceva il corrispondente di El País durante le gare ciclistiche più importanti e collaborava anche con un giornale olandese. Nella sfortuna, l'incidente è avvenuto in un posto in cui erano preparati per qualsiasi evenienza. Speriamo proprio che Pedro si rimetta presto.

E ora parliamo della nona tappa, la Milano Show 100. Credo che i corridori abbiano sbagliato a fermarsi sotto lo striscione d'arrivo, con questa mossa si sono messi dalla parte del torto. L'organizzazione però ragiona a senso unico e non sempre pensa alla sicurezza dei corridori. Già il finale della sesta tappa a Mayrhofen in Austria era un finale al limite. Per non parlare dell'arrivo di Valdobbiadene della terza tappa, in cui Petacchi e Farrar sono andati a finire contro le transenne. A Milano si sono sfogati, dopo aver accumulato tutto lo scontento delle tappe precedenti. Da parte di RCS non c'è dialogo e per di più pretende sempre di aver ragione. È stata una protesta giusta ma sbagliata nei modi. Basta un dato per far capire la situazione: al Tour e alla Vuelta non c'è mai stata una protesta contro l'organizzazione. Al Giro ogni anno c'è qualcosa. E i corridori sono sempre gli stessi al Giro, al Tour e alla Vuelta. Nelle altre nazioni coi corridori si dialoga; se ci sono passaggi pericolosi, al massimo sono messi a metà tappa, e vengono sempre motivati. Al contrario, al Giro sono successe già tante cose sotto l'aspetto della sicurezza e siamo solo alla prima settimana.

A proposito dei giornalisti che sui giornali di oggi hanno aspramente criticato il comportamento di Lance Armstrong per la vicenda della tappa milanese, credo che bisognerebbe chiedere a Zomegnan quanto ha pagato per far venire l'americano al Giro e perché questa massa di giornalisti sia venuta al Giro per seguire questo “pensionato”, come oggi qualcuno l'ha definito. È facile scrivere, ma se qualcuno di loro incominciasse a fare qualche giro in bici e guardare la tappa dal vivo, spostandosi, allora parlerebbe diversamente.

Quest'oggi il giro osserva il giorno di riposo e domani la Cuneo-Pinerolo sarà una tappa impegnativa, il Giro si accenderà. Giovedì poi si disputerà la crono delle Cinque Terre, un passaggio fondamentale per chi vuole vincere questo Giro.


a cura di Enula Bassanelli

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